Michela Marchiotti


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Ero una bambina quando ho iniziato a disegnare e dipingere. Era un bisogno profondo e chiaro e l'ho capito subito.
Se davanti a me sul tavolo dove facevo i compiti per la scuola c'erano un foglio bianco ed alcune matite colorate provavo un'attrazione così irresistibile da dimenticare qualsiasi cosa mi girasse intorno e cominciavo a tracciare piccole figure, visetti con grandi occhioni tutti ciglia ed iridi colorate. Continuavo a riempire quel pezzo di carta aggiungendo ed aggiungendo particolari, sovrapponendo le immagini che mi affollavano la mente finché lo spazio si esauriva…
Poi a scuola era l'ora di educazione artistica che aspettavo con ansia perché volevo sapere e capire dal mio insegnante come rendere ombreggiature, volumi, prospettive e proporzioni, sempre applicandomi con pazienza e caparbietà e con tutta l'attenzione che poteva avere una ragazzina di dodici anni piena di fantasia e curiosità!
L'esigenza di imparare meglio la tecnica del disegno ed esplorare l'affascinante mondo della pittura mi fece scegliere, determinata e sicura, un percorso di studio inequivocabile, il meglio che potessi desiderare: il Liceo Artistico di Venezia, un eccezionale laboratorio perfetto per me, presente in quegli anni solamente nella mia regione.


Non ho più smesso di studiare dopo gli anni trascorsi tra quelle aule… con la tecnica del disegno acquisita e la travolgente smania di "fare" ho riempito tele e consumato colori e pennelli anche copiando dai grandi Maestri del passato per appropriarmi della loro abilità, facendo mie le loro esperienze e quelle maniere sempre diverse e speciali di riprodurre corpi, atteggiamenti, emozioni.
Proprio l'emozione che provavo e provo davanti ai capolavori dell'arte figurativa mi ha fatto trovare una rappresentazione mia personale della figura umana, quella femminile in particolare, e del volto perché il viso e lo sguardo sono porte aperte sul mondo interiore prima di tutto e poi su quello esteriore. Mi sembra di poter raffigurare l'essenzialità del pensiero, di fermare l'individualità della persona che sta per raccontare la propria storia, la sofferenza o la serenità come nei personaggi femminili più noti dei quali conosciamo le vicende immaginarie o reali che ne hanno segnato la loro esistenza, vera o inventata che fosse…
Testimonianze affascinanti di personalità che hanno riempito la storia, i romanzi, la mitologia e che per me hanno adesso l'espressione ed il colore che imprimo sulla tela.


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